mercoledì 15 febbraio 2012

Giocati: Gunvalkyrie (2002)

Cara e dolce frustrazione, portami via, portami via...


Sviluppatore: Smilebit
Nazione: Giappone
Versione: Xbox



IN BREVE:
  1. “Quanti cazzo di nemici vuoi vomitarmi addosso? Ma basta!”
  2. “Mi fuma la patta dei calzoni. Saranno i testicoli in ebollizione?”
  3. “Questa volta posso farcela, me lo sento! Ma porca puttana!!!”

INTRODUZIONE:
Un tempo, al solo sentire nominare Sega, non potevo trattenermi dall'urlare a voce alta una sigla ben precisa: P.E.N.E. (Prossima Erezione Novella Eiaculazione).
Il motivo che mi spingeva a distruggere definitivamente l'orgoglio in maniera così ridicola è presto detto: per me Sega era sinonimo di giocabilità ARCADE con i CONTROCOGLIONI, un succulento concentrato di polpa con pochissima buccia da togliere.
Nulla poteva eguagliare quella mentalità unica che i prodotti più ispirati della casa di Sonic possedevano alla radice.
Solo giocandoli si poteva comprenderli e solo comprendendoli si poteva amarli.
Conclusa l'era Dreamcast, la softco nipponica ha svezzato il primogenito obeso di Microsoft con diversi porting di qualità, accompagnando il tutto con il rilascio graduale di nuove IP o presunti tali.
Gunvalkyrie è uno di questi prodotti.

APPROFONDIAMO:
Realizzato da Smilebit (ricordiamo alcuni dei titoli usciti su console, più o meno recenti, come il fastidiosissimo Jet Set Radio ed il magistrale Panzer Dragoon Orta) e pubblicato da Sega nel 2002, Gunvalkyrie si presenta alla massa giocante mostrando tutti gli elementi fondamentali di un buon shooter arcade: tanti nemici a schermo, una buona varietà d'armi, boss di fine livello grandi ed infami, un tatticismo frenetico ma non confusionario ed una veste grafica sinceramente sbalorditiva.
Ma una cosa è cambiata rispetto allo standard classico di Sega: l'immediatezza dei controlli.
Il gioco è fottutamente ostico da padroneggiare, anche e sopratutto in virtù della tempestiva velocità di reazione richiesta per sopravvivere alla valanga di nemici che infestano lo schermo.
I controlli pretendono un lungo periodo d'apprendimento per essere assimilati, un nefasto periodo fatto di tentativi, imprecazioni e crescente frustrazione nichilista.
Solo nel momento della totale comprensione e della giusta manualità acquisita, il gioco si schiude, concedendosi per brevi istanti, elargendo minuscole soddisfazioni che sfociano in ingiustificati momenti d'euforia incontrollata.
Non c'è tregua nei livelli del prodotto Smilebit, solo schivate fulminee, assalti mirati e liberatorie smart bomb dal sentore quasi divino.
Nella pioggia di proiettili, tra gli scontri con i possenti boss di fine livello, in planate disperate e concitate il gameplay risalta, fiero ed arrogante, trasportando il giocatore in quel flusso di concentrazione e godimento che solo i migliori videogiochi riescono a canalizzare.
Certamente Gunvalkyrie non è garbato, pretendendo il rapporto anale ancora prima del bacio, ma il fascino delle sue meccaniche ludiche non potrà far altro che attrarre i giocatori più masochisti e testardi, ripagandoli con una sostanzioso innalzamento dell'ego più becero e nerd.
Se cercate uno shooter nuovo nell'apparenza ma bastardissimo nello spirito, accomodatevi pure, ma ricordate di allontanare da voi conoscenti, amanti, amici, reliquie sacre ed eventuali cimeli di vostri parenti defunti.
Potrebbero pagare le conseguenze della vostra pazzia.


GRAN FINALE:
  • Sistema di controllo molto, ma molto stronzo.
  • Un continuo mettersi alla prova, sia in senso positivo che negativo.
  • Ottima grafica, che non guasta mai.
  • Longevità non assicurata dal numero di livelli ma dal quantitativo di bestemmie.










Post precedente nella sezione Giocati: F-Zero GX (2003)



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