martedì 28 febbraio 2012

Letti: Gli occhi di Heisenberg (1966)

Non solo Dune.

Autore: Frank Herbert
Nazione: USA
Versione: Cartacea



IN BREVE:
"Il nostro è un universo piuttosto capriccioso. Ed è stato Heisenberg ad insegnarcelo. C'è sempre qualcosa che non riusciamo ad interpretare o comprendere o misurare. Noi di solito interpretiamo ciò che ci circonda sulla base di categorie percettive proprie della nostra mente. La nostra civiltà ha studiato l'indeterminazione basandosi proprio su Heisenberg. Ma se il suo insegnamento è davvero valido, come facciamo a stabilire se un avvenimento inspiegabile è opera del caso oppure riflete la volontà di Dio? Anzi, a cosa serve porsi una domanda del genere?"


INTRODUZIONE:
Pochissimi scrittori di fantascienza riescono a creare opere che vanno oltre il mero intrattenimento, piccoli non-luoghi immaginari su cui riflettere, perdendosi in un domani alternativo ma, alla radice, non così distante dalle nostre conoscenze scientifiche, quel tanto che basta per non renderlo alieno, estraneo, assurdo. Frank Herbert (statunitense, 1920) può annoverarsi tra questi autori ispirati e visionari, non tanto per il famigerato e famosissimo ciclo di Dune, ma proprio grazie ad alcuni racconti minori scritti nella sua prestigiosa carriera. In particolare per un racconto breve...


APPROFONDIAMO:
Nel futuro immaginato da Herbert il regime degli Optimati, uomini resi immortali dall'ingegneria genetica, governa con pugno di ferro gli abitanti della Terra, la Gente Comune. Al popolo è negata la fertilità, ad eccezione di alcuni individui che presentano caratteristiche genetiche d'eccellenza, utili al mantenimento del predominio dispotico del potere governante. Ma ogni dittatura ha la propria resistenza, personificata nel racconto dai Cyborg, uomini modificati mediante pesanti innesti tecnologici, sterili a loro volta ma protettori dell'Associazione Clandestina dei Genitori, unica ed ultima speranza della Gente Comune contro l'egemonia stagnante e conservatrice degli Optimati. Lo stile narrativo snello ed intrigante dona al racconto una fluidità invidiabile, descrivendo gli avvenimenti in modo conciso e diretto, senza disdegnare approfondimenti sulla filosofia nella scienza (il principio di indeterminazione di Heisenberg è alla base di tutta la vicenda) che arricchiscono l'opera d'una profondità inaspettata ed edificante. Il continuo conflitto tra scienza e sacro, tra il controllo ed il caos lascia al lettore più d'uno spunto di riflessione, mentre le avventure dei protagonisti appagano la voglia di fantastico che ogni appassionato di fantascienza ricerca in questi prodotti. Visionario come pochi, "Gli occhi di Heisenberg" mostra il lato fallace della scienza spinta al limite, incapace di poter controllare, senza possibilità d'errore alcuno, la casualità insita nella vita stessa, l'imprevedibilità innovatrice e rivoluzionaria propria del caos. Giunti al termine troppo in fretta, si resta a bocca asciutta, non ancora sazi e desiderosi di altre pagine, vista la vastità del tema trattato, tematica a cui va stretta la veste del racconto breve e che avrebbe meritato maggiore approfondimento da parte di Herbert. Nonostante questa lieve nota dolente, l'opera dello scrittore statunitense è una piccola perla che riflette di luce propria, il raro esempio di letteratura d'autore da tramandare ai posteri. Potrebbe sempre tornargli utile.



GRAN FINALE:

  • Ci saranno molte pause di "riflessione".
  • Avvincente e pionieristico, visto l'anno d'uscita.
  • Non sazia completamente l'appetito per colpa dell'eccessiva brevità.



FATTORE NICOTINA:








Post precedente nella sezione Letti: L'ultimo degli uomini (2003)

2 commenti:

  1. Per un attimo ho provato nostalgia, poi mi sono accorto che ho inconsciamente sovrapposto a "Gli occhi di Heisenberg" un altro poco noto romanzo di Herbert "L'alveare di Hellstrom". Ora sto cercando di scavare nella memoria (impresa ardua tanto quanto frugare nella libreria) se abbia letto o no questo romanzo...

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  2. Ti capisco benissimo, con l'aumentare della collezione è sempre più difficile ricordare tutto... "L'alveare di Hellstorm" manca all'appello, devo rimediare. Herbert merita la lettura, sempre e comunque.

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