1995 | Mescal | Musicassetta
Vite liquide.
Misi nello stereo "Lungo i bordi" nell'inverno del 1997. Avevo pescato questa musicassetta in una bancarella dell'usato, allestita nella piazza di una cittadina molisana, Termoli. L'acquistai d'impulso, incuriosito dalla copertina. Era tarda serata quando, armato d'un paio di cuffie di pessima qualità, fui risucchiato nel vortice dei Massimo Volume. Non ero pronto a spalancare gli occhi sulla realtà, in quel fluire di musica liquida e parole taglienti, di note malinconiche e sospese, di frammenti di vita su cui, timidamente, mi stavo affacciando, in parte intimorito, in parte rinfrancato. Rimasi lì, rapito da immagini, odori, suoni ed umori nuovi, ascolto dopo ascolto, sempre più in profondità, sempre più assorto, sempre più intensamente consapevole d'aver partecipato ad una confessione privata, intima, fragile.
Successivamente avrei scoperto tutto quel fermento creativo che risponde al nome di post rock, ma il mio cuore resta ancorato lì, lungo i bordi di quell'album di vivide fotografie sonore che i Massimo Volume hanno voluto condividere con me.
Struggente.
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