2012 | Silicon Studio | Nintendo 3DS
"Essere Final Fantasy oggi."
Ho un rapporto malsano con i JRPG. Uno di quei rapporti che sarebbe il caso di troncare sul nascere, vista la mancanza d'equilibrio e sanità mentale. Ogni volta ci ricasco. Ogni volta. La smania del grinding prende il sopravvento, trasformando le prime (50) ore di gioco in una trottola pseudo spastica, con il personaggio intento a scavare un pozzo petrolifero nei suoi due metri quadrati, una novella trivella che nulla ha da invidiare ai più rinomati porno attori passati, presenti e futuri. La scimmia continua ad accarezzarmi la testa fino a quando ne ho pieni i coglioni ed abbandono tutto lì, con personaggi al livello 70 che ancora attraversano l'uscio della casa natia, nel villaggio iniziale. Ma Bravely Default ha spezzato questa maledizione! Ho speso 100 ore di vita spolpando ogni segreto del titolo Silicon Studio, preso da una foga pre-adolescenziale inattesa e vergognosa. Tra classi multiple, personaggi stereotipati (ma simpatici), una trama demenziale, migliaia d'oggetti e tanti segreti da scovare (tra cui un finale SUPA DUPA ULTRA SECRAT folle, meta ultima di tutti i giocatori così malati da voler ripetere svariate volte "una cosa"), Bravely Default omaggia (ruba) tanto da Final Fantasy quanto da un modo di fare JRPG che impianta le proprie radici nella tradizione, innovando solo gli aspetti prettamente tecnici. Ah, grafica figa (il 3D è implementato con intelligenza) e sonoro eccellente (qualche brano è strepitoso). Compratelo se siete appassionati/nostalgici in cerca di un videogioco di ruolo giapponese come Square Enix comanda(va).
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